Il nostro merito nel studiare il dipinto è stato riuscire a collegarlo con un’opera menzionata negli antichi inventari del 1682 e 1687 di Don Gaspar de Haro y Guzmàn, VII marchese del Carpio e Vicerè di Napoli (Madrid, 1629 – Napoli, 1687), che costituì una delle più ricche e importanti collezioni d’arte del XVII secolo. Nel XVII secolo il dipinto era stato ricondotto a Jacopo Tintoretto (Venezia, 1518-1594) e oggi da noi restituito in area veneto-lombarda, ma ancora in cerca di autore. Ciò è stato possibile grazie alla nostra capacità di sciogliere il monogramma “DGH” con corona ducale con le iniziali del noto collezionista che ha aperto la strada alle relative ricerche.